Solo il lavoro vero è l’efficace antidoto contro i licenziamenti

Licenziare è malvagità?”, il post su Linkedin di Alessandro Lampugnale , mi ha colpito laddove scrive: “Basta ideologia… licenziare è dolore, oltre ogni parere buttato lì da chi, Imprenditore o Profilo Decisionale, non lo è. Significa sconfitta, significa dover incidere un destino”.

Condivido appieno, nessuno di noi si alza al mattino chiedendosi “Chi licenziamo oggi?“. Ci piace assumere persone motivate a imparare e insegnare loro il lavoro, facendole crescere perché così aumenta tutta la catena del valore aziendale. E quando manca il lavoro le escogitiamo tutte prima di eventualmente licenziare. Lo sappiamo che un collaboratore non è un numero matricola ma una Persona con figli, progetti e necessità.

Ciò che trovo malvagio è dover spendere un sacco di soldi per “liberarsi” di lavativi parassiti che, pur pochi, non più del 2 – 3 %, inquinano l’ambiente con il loro comportamento menefreghista e assenteista. In fondo però prevale la positività che i collaboratori riconoscono il valore non solo economico del lavoro.

E chi lavora va pagato in modo adeguato, anche se da quando ho iniziato a lavorare sento dire che occorre ridurre la forbice tra retribuzione netta e costo del lavoro aziendale, una sproporzione malvagia. Sursum corda e tiriamoci su le maniche per progettare, vendere e costruire cose ben fatte e necessarie. Solo così ci sarà lavoro buono e vero.

PS: se poi qualche imprenditore, “ottocentesco” e malvagio, maltratta o sottopaga i lavoratori, oppure li fa lavorare anche se sono in CIG nomi e cognomi, sanzioni economiche e penali esemplari.

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