Chi sa raccontare salva la propria vita

“Chi sa raccontare salva la propria vita! “ dice  Shahrazād ne “Le mille e una notte”. E io sono d’accordo.
Sto lavorando alle bozze del mio ultimo libro, dal titolo provvisorio “La vita dirà la sua”. E’ un gusto molto profondo quello che provo mettendomi lì a rileggere e sistemare le parole che ho scritto.
E’ un lusso passare così buona parte del mio tempo libero, aldilà del successo che il libro possa o meno avere.
Non mento quando dico che scrivo prima di tutto per me stesso. Certo, quando poi le mie parole dicono qualcosa anche ad altri la cosa non mi dispiace affatto, anzi mi lusinga. Ma questo viene dopo.
Ho iniziato questo libro nel 2012, in una solitaria spiaggia turca.
Tania è una donna di nemmeno quarant’anni, avviata verso una brillante carriera universitaria, dopo una gioventù un po’ turbolenta.
Alla morte del padre decide di intraprendere un lungo viaggio, definendo l’itinerario in base alle vacanze per tutto il mondo che il genitore aveva fatto con la nuova compagna, dopo essersi separato.
Tania porta con sé i diari del padre e queste letture le permettono di scoprire tante cose di lui che non conosceva.
In parte è costretta a rivedere certi giudizi sul genitore e sulla sua compagna, che in casa, con la madre, non si poteva in alcun modo nominare. D’altro canto, quelle letture riaprono ferite che ancora sanguinano ma la cui cicatrizzazione è indispensabile per trovare una seppur relativa pace, prima di tutto con se stessa.
Nel lungo viaggio una precaria riconciliazione prende pian piano a forma, non attraverso il perdono ma sull’accettazione che la vita non sempre va come vorremmo.
“La vita dirà la sua” è un libro che accompagna il lettore da Machu Picchu alla Birmania, dalle Orcadi a Lombok, in un viaggio che diventa una metafora dell’esistenza. È un libro che apre le porte delle anime dei protagonisti, ma non con la morbosa curiosità di chi guarda dal buco della serratura, bensì con il rispetto di chi entra in casa d’altri e si rende conto che la vita piana è per i dilettanti.
Penso che nel 2019, quando la seconda edizione de L’ultima nuvola avrà esaurito la sua spinta propulsiva, questo libro verrà dato alle stampe.
Ma già adesso ci sono affezionato.

 

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