Uno slancio per migliorare i risultati delle aziende e il benessere personale
Chi dirige un’impresa vive in un intricato labirinto di questioni da affrontare con un occhio al medio – lungo periodo e l’altro all’immediato.
La genesi di queste questioni può essere indotta dalle esigenze dei clienti o da una strategia aggressiva di un concorrente, oppure nascere dall’intuizione di chi dirige e vede nuove strade per migliorare in modo proattivo i processi e i prodotti.
Questo “scarto” tra realtà attuale e realtà desiderata richiede conoscenze, capacità e comportamenti adeguati. Consulente, Counselor e Coach sono tre professioni indispensabili per l’efficacia delle azioni, perché intervengono sia sulle questioni strutturali (hard) che su quelle più soft, legate alla relazione tra le Persone, alle loro motivazioni e alla capacità di accrescere e trasformare il Potenziale in Prestazione effettiva.
Numeri e Pensieri
“Misurate ciò che è misurabile e rendete misurabile ciò che non lo è”, pare dicesse Galileo Galilei.
L’interesse per i numeri ha radici lontane, la passione per la matematica e la fisica già nei primissimi anni della scuola. Ma ancora prima, da bambino, appena mi regalavano un giocattolo lo aprivo subito per vedere cosa c’era dentro, come funzionava. Quindi un’innata predisposizione a comprendere i processi, prima meccanici e poi elettrici, elettronici ed informatici.
Un prezioso insegnante ha scoperto e sviluppato una mia passione smisurata per la lettura, grazie alla quale ho cominciato a voler capire le Persone, come funzionavano, come si mettevano in relazione.
Con rigore, ho frequentato scuole qualificate e impegnative di counseling, di coaching e un dottorato in distance learning di psicologia sociale. Ho fatto anche un importante lavoro su di me perché per contribuire al benessere degli altri si deve aver coscienza di quanto sia prezioso il proprio.
Non so se sia eccessivo, però ho imparato presto a convivere con umanesimo e tecnica.
Nel mondo professionale ho sempre combinato idee e numeri, senza alcuna prevalenza, dimensioni quasi simbiotiche. A volte lo spunto parte da un’analisi quantitativa, altre da un pensiero piombato lì per caso, come una foglia che cade e non si chiede perché.
Ecco spiegato il payoff “numeri e pensieri”.
Le mie esperienze professionali, in oltre quarant’anni di attività, sono state variegate, impegnative fino alla durezza anche estrema, ma nutrienti ed appaganti. Sono grato di questo percorso, che metto a disposizione per migliorare i risultati delle aziende e il benessere delle persone.
Consulente d’impresa
L’azienda vive contesti competitivi aspri e per affrontarli necessita di metodi efficienti e di Persone competenti e motivate.
Spesso, chi la dirige, ha bisogno di un punto di vista esterno e del contributo di chi ha già operato su tematiche analoghe.
Necessita di competenze che non sempre conviene internalizzare: la piccola dimensione della struttura, o la necessità di disporre solamente per un periodo limitato di queste competenze, rendono conveniente l’utilizzo di un professionista, evitando così investimenti che, con i loro costi fissi, irrigidirebbero il conto economico.
Come Consulente d’impresa metto in atto azioni efficaci e misurabili sulle diverse aree: mercato, personale, produzione, logistica, approvvigionamenti, ricerca e finanza, solo per elencarne alcune.
Le implemento in stretto contatto con i Responsabili delle diverse funzioni aziendali perché le soluzioni preconfezionate sono sempre dannose.
Si tratta di adattare metodologie e sistemi, non di adottare rigidi schemi incoerenti con la specifica realtà aziendale.
Inoltre, i Responsabili di funzione beneficiano così di una formazione sul campo molto più efficace di decine di ore di aula: imparare facendo, per intenderci.
Poiché nessun consulente può essere esperto in tutto, opero in rete con Persone competenti e che stimo per la loro serietà. La mia esperienza di general manager, che potete approfondire a questo link, mi porta a privilegiare la regia dei diversi interventi e ad intervenire sul problem solving e sul decision making strategico. In tutta onestà trovo inutile dettagliare in modo maniacale le diverse tipologie d’intervento.
Mi piace dire che il Cliente non compera una consulenza ma una soluzione a un problema. E nella soluzione a qualsiasi problema entrano in campo le Persone, sottoposte a cambiamenti che generano movimento, quindi attrito.
Il continuo ripensamento, che spesso comporta riorganizzarsi e ristrutturarsi, richiede alle Persone un apprendimento continuo che si traduce nel non smettere mai di imparare, far imparare e disimparare: “Abbiamo sempre fatto così” è l’anticamera del fallimento.
Alle Persone viene richiesto di fare più cose (fatica), più in fretta (stress) e con meno certezze (ansia).
Questa situazione, sommata al fatto che si arriva alla convinta accettazione del cambiamento solamente dopo momenti di shock e di difesa, rende evidente perché lavorare per il benessere dei propri Collaboratori sia indispensabile per i buoni risultati aziendali.
Oggi più che mai, il valore è rappresentato dalle competenze implicite, quelle non codificate e che le Persone mettono a disposizione solamente se motivate (e non solo dal denaro) a farlo.
È per questo che un Capo, prima di tutto, deve saper comprendere e supportare le Persone con le quali si relaziona. Oltre alla Consulenza d’impresa, anche il Counseling e il Coaching sono molto efficaci: ritengo un cospicuo vantaggio competitivo avere maturato competenze concrete in questi campi: d’altronde, collaboratori, clienti, fornitori, azionisti, concorrenti…non sono Persone?
Per acquisire la sensibilità necessaria a dirigere le Persone, attraverso coinvolgimento e disciplina, sono state molto significative anche le esperienze giovanili nei lavori cosiddetti “sociali”.
Nel 2012 ho ottenuto la certificazione internazionale “Certified Management Consultant – CMC” di APCO e la mia specializzazione sono le Medie Imprese ed i Sistemi Associativi.
Counselor
“Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti)”. Questa è la definizione ufficiale dell’Associazione Counseling Professionisti, alla quale aderisco.
Ho pubblicato un libro sul Counseling aziendale, credo utile per far comprendere questa professione a 360 gradi.
Il Counselor aiuta il Cliente a trovare le soluzioni a momentanee difficoltà, ricorrendo alle sue energie disponibili ma assopite e impolverate.
Le Persone vivono sulla propria pelle le sfide competitive che un’azienda affronta per affermarsi sui mercati internazionali e prosperare con una redditività sostenibile nel tempo.
Oltre alle competenze tecniche, considerate quasi un pre – requisito, servono abilità relazionali ed emotive.
Queste ultime quasi nessuno le insegna e, purtroppo, non sono mai al primo posto delle competenze verificate nei processi di selezione, soprattutto se gestiti dall’azienda stessa.
Una volta inserita, la Persona può inciampare in un disagio o in problematiche personali che influiscono sulla sua prestazione.
Il Counseling si rivela molto efficace in queste situazioni, generando sia un miglioramento a livello personale che a livello aziendale.
Nel mio primo libro, “L’educazione sentimentale del manager”, un capitolo è intitolato proprio “Orientamento al business e sincero interesse per le Persone”. Ho toccato con mano quanto questo binomio produca risultati e benessere, da uno a mille, si intende.
Un intervento di Counseling normalmente non dura più di 7 – 10 incontri, esiste un setting ben definito e si possono utilizzare diversi strumenti che facilitano il lavoro. Mi sono formato alla Scuola triennale Eric Berne di Milano e la metodologia che utilizzo è l’Analisi Transazionale.
E’ bene sapere che esistono radicali differenze tra la professione del Counselor e quelle degli Psicoterapeuti e degli Psicologi. La Legislazione in materia non è propriamente ben definita e la Giurisprudenza non sempre lineare. Un bravo Counselor, che ha fatto un importante percorso di psicoterapia individuale e che continua ad andare in supervisione, sa benissimo quando il problema del suo Cliente esce dalle proprie competenze, quindi lo indirizza verso uno Psicoterapeuta. Insomma, anche qui vale il concetto di “rete”.
Ben conscio che in Italia di Counseling si parla poco, sono disponibile a un incontro gratuito e offro di seguito un approfondimento che giudico completo ed esaustivo:
- La Figura del Counselor
- L’intervento di Counseling
- Il Counseling aziendale
- L’Analisi Transazionale
- Storia del Counseling
Coach
“Il coaching professionale è un rapporto di partnership che si stabilisce tra coach e cliente con lo scopo di aiutare quest’ultimo ad ottenere risultati ottimali in ambito sia lavorativo che personale. Grazie all’attività svolta dal coach, i clienti sono in grado di apprendere ed elaborare le tecniche e le strategie di azione che permetteranno loro di migliorare sia le performance che la qualità della propria vita”.
Mi sono avvicinato al coaching nel 2003, frequentando un evento organizzato da Istud con John Whitmore, uno dei padri fondatori di questa disciplina.
Particolarmente interessante mi parve questo schema:
Decisi di affrontare un percorso strutturato, accreditandomi con la Società Six Seconds Italia, estremamente competente sulla valutazione ed il potenziamento dell’intelligenza emotiva.
Furono Peter Salovey e John Mayer a introdurre questo concetto: ”L’intelligenza emotiva è la capacità di identificare le emozioni; di accedere e utilizzare le emozioni in modo da aiutare il pensiero; di comprendere le emozioni e la pratica emotiva; e gestire riflessivamente le emozioni così da promuovere la crescita emozionale ed intellettuale”.
La metodologia individua tre aree ed otto fattori di intervento:
- Self Awareness – Consapevolezza;
- Self Management – Gestione del Sé:
- Self Direction – Significato personale.
Six Seconds ha sviluppato un interessante test che il Coach certificato può somministrare al Cliente (Coachee). Particolarmente interessante è la lettura dei risultati individuali in relazione ad un rigoroso e numeroso campione statistico.
Terminata la prima tappa per diventare Coach, ho proseguito con l’EQ management certification e, nel 2010, con la Change Management Certificazion.
Lo schema seguente ben sintetizza il lavoro di crescita che si può fare con il Cliente, utilizzando i concetti e gli strumenti dell’Intelligenza Emotiva:
Sulla differenza tra Coach e Counselor la letteratura è sterminata e a volte strumentale. In estrema sintesi, a mio parere, il primo allena e affianca la Persona (o il team) su specifici obiettivi, mentre il secondo fa un lavoro più introspettivo, e per certi aspetti maieutico. Negli anni ho approfondito sul campo le differenze tra le diverse metodologie, che ho sintetizzato in questo schema, inserito nella tesi di un dottorato di psicologia sociale on line ottenuto anni fa:
In soldoni, propongo il Coaching quando c’è da supportare una Persona per raggiungere specifici obiettivi, mentre ritengo il Counseling più finalizzato a superare i disagi che ne limitano le potenzialità. Però, detta fino in fondo, un Counseling un po’ meccanico e un Coaching con l’anima alla fine si differenziano poco.
Ho trovato il Coaching molto utile per sviluppare il paradigma PIMS, un acronimo che non lascia dubbi: Profict Impact of Market Strategy.
Questa metodologia nacque niente meno che in General Electric ed ho avuto la fortuna di applicarla approfonditamente negli anni ’80.
Adesso non è più di moda, ma ritengo i principi che la sorreggono ancora oggi fondamentali.
Ho focalizzato questa pagina sul Coaching aziendale ma gli ambiti di intervento sono i più diversi, da quello sportivo a quello scolastico, etc.
Anche in questo caso sono disponibile a un primo incontro gratuito per approfondire nel dettagli le specifiche esigenze del Cliente e scegliere insieme la strada migliore da percorrere.
Buon lavoro!
Chi dirige un’impresa vive in un intricato labirinto di questioni da affrontare con un occhio al medio – lungo periodo e l’altro all’immediato.
La genesi di queste questioni può essere indotta dalle esigenze dei clienti o da una strategia aggressiva di un concorrente, oppure nascere dall’intuizione di chi dirige e vede nuove strade per migliorare in modo proattivo i processi e i prodotti.
Questo “scarto” tra realtà attuale e realtà desiderata richiede conoscenze, capacità e comportamenti adeguati. Consulente, Counselor e Coach sono tre professioni indispensabili per l’efficacia delle azioni, perché intervengono sia sulle questioni strutturali (hard) che su quelle più soft, legate alla relazione tra le Persone, alle loro motivazioni e alla capacità di accrescere e trasformare il Potenziale in Prestazione effettiva.
Numeri e Pensieri
“Misurate ciò che è misurabile e rendete misurabile ciò che non lo è”, pare dicesse Galileo Galilei.
L’interesse per i numeri ha radici lontane, la passione per la matematica e la fisica già nei primissimi anni della scuola. Ma ancora prima, da bambino, appena mi regalavano un giocattolo lo aprivo subito per vedere cosa c’era dentro, come funzionava. Quindi un’innata predisposizione a comprendere i processi, prima meccanici e poi elettrici, elettronici ed informatici.
Un prezioso insegnante ha scoperto e sviluppato una mia passione smisurata per la lettura, grazie alla quale ho cominciato a voler capire le Persone, come funzionavano, come si mettevano in relazione.
Con rigore, ho frequentato scuole qualificate e impegnative di counseling, di coaching e un dottorato in distance learning di psicologia sociale. Ho fatto anche un importante lavoro su di me perché per contribuire al benessere degli altri si deve aver coscienza di quanto sia prezioso il proprio.
Non so se sia eccessivo, però ho imparato presto a convivere con umanesimo e tecnica.
Nel mondo professionale ho sempre combinato idee e numeri, senza alcuna prevalenza, dimensioni quasi simbiotiche. A volte lo spunto parte da un’analisi quantitativa, altre da un pensiero piombato lì per caso, come una foglia che cade e non si chiede perché.
Ecco spiegato il payoff “numeri e pensieri”.
Le mie esperienze professionali, in oltre quarant’anni di attività, sono state variegate, impegnative fino alla durezza anche estrema, ma nutrienti ed appaganti. Sono grato di questo percorso, che metto a disposizione per migliorare i risultati delle aziende e il benessere delle persone.
Consulente d’impresa
L’azienda vive contesti competitivi aspri e per affrontarli necessita di metodi efficienti e di Persone competenti e motivate.
Spesso, chi la dirige, ha bisogno di un punto di vista esterno e del contributo di chi ha già operato su tematiche analoghe.
Necessita di competenze che non sempre conviene internalizzare: la piccola dimensione della struttura, o la necessità di disporre solamente per un periodo limitato di queste competenze, rendono conveniente l’utilizzo di un professionista, evitando così investimenti che, con i loro costi fissi, irrigidirebbero il conto economico.
Come Consulente d’impresa metto in atto azioni efficaci e misurabili sulle diverse aree: mercato, personale, produzione, logistica, approvvigionamenti, ricerca e finanza, solo per elencarne alcune.
Le implemento in stretto contatto con i Responsabili delle diverse funzioni aziendali perché le soluzioni preconfezionate sono sempre dannose.
Si tratta di adattare metodologie e sistemi, non di adottare rigidi schemi incoerenti con la specifica realtà aziendale.
Inoltre, i Responsabili di funzione beneficiano così di una formazione sul campo molto più efficace di decine di ore di aula: imparare facendo, per intenderci.
Poiché nessun consulente può essere esperto in tutto, opero in rete con Persone competenti e che stimo per la loro serietà. La mia esperienza di general manager, che potete approfondire a questo link, mi porta a privilegiare la regia dei diversi interventi e ad intervenire sul problem solving e sul decision making strategico. In tutta onestà trovo inutile dettagliare in modo maniacale le diverse tipologie d’intervento.
Mi piace dire che il Cliente non compera una consulenza ma una soluzione a un problema. E nella soluzione a qualsiasi problema entrano in campo le Persone, sottoposte a cambiamenti che generano movimento, quindi attrito.
Il continuo ripensamento, che spesso comporta riorganizzarsi e ristrutturarsi, richiede alle Persone un apprendimento continuo che si traduce nel non smettere mai di imparare, far imparare e disimparare: “Abbiamo sempre fatto così” è l’anticamera del fallimento.
Alle Persone viene richiesto di fare più cose (fatica), più in fretta (stress) e con meno certezze (ansia).
Questa situazione, sommata al fatto che si arriva alla convinta accettazione del cambiamento solamente dopo momenti di shock e di difesa, rende evidente perché lavorare per il benessere dei propri Collaboratori sia indispensabile per i buoni risultati aziendali.
Oggi più che mai, il valore è rappresentato dalle competenze implicite, quelle non codificate e che le Persone mettono a disposizione solamente se motivate (e non solo dal denaro) a farlo.
È per questo che un Capo, prima di tutto, deve saper comprendere e supportare le Persone con le quali si relaziona. Oltre alla Consulenza d’impresa, anche il Counseling e il Coaching sono molto efficaci: ritengo un cospicuo vantaggio competitivo avere maturato competenze concrete in questi campi: d’altronde, collaboratori, clienti, fornitori, azionisti, concorrenti…non sono Persone?
Per acquisire la sensibilità necessaria a dirigere le Persone, attraverso coinvolgimento e disciplina, sono state molto significative anche le esperienze giovanili nei lavori cosiddetti “sociali”.
Nel 2012 ho ottenuto la certificazione internazionale “Certified Management Consultant – CMC” di APCO e la mia specializzazione sono le Medie Imprese ed i Sistemi Associativi.
Counselor
“Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti)”. Questa è la definizione ufficiale dell’Associazione Counseling Professionisti, alla quale aderisco.
Ho pubblicato un libro sul Counseling aziendale, credo utile per far comprendere questa professione a 360 gradi.
Il Counselor aiuta il Cliente a trovare le soluzioni a momentanee difficoltà, ricorrendo alle sue energie disponibili ma assopite e impolverate.
Le Persone vivono sulla propria pelle le sfide competitive che un’azienda affronta per affermarsi sui mercati internazionali e prosperare con una redditività sostenibile nel tempo.
Oltre alle competenze tecniche, considerate quasi un pre – requisito, servono abilità relazionali ed emotive.
Queste ultime quasi nessuno le insegna e, purtroppo, non sono mai al primo posto delle competenze verificate nei processi di selezione, soprattutto se gestiti dall’azienda stessa.
Una volta inserita, la Persona può inciampare in un disagio o in problematiche personali che influiscono sulla sua prestazione.
Il Counseling si rivela molto efficace in queste situazioni, generando sia un miglioramento a livello personale che a livello aziendale.
Nel mio primo libro, “L’educazione sentimentale del manager”, un capitolo è intitolato proprio “Orientamento al business e sincero interesse per le Persone”. Ho toccato con mano quanto questo binomio produca risultati e benessere, da uno a mille, si intende.
Un intervento di Counseling normalmente non dura più di 7 – 10 incontri, esiste un setting ben definito e si possono utilizzare diversi strumenti che facilitano il lavoro. Mi sono formato alla Scuola triennale Eric Berne di Milano e la metodologia che utilizzo è l’Analisi Transazionale.
E’ bene sapere che esistono radicali differenze tra la professione del Counselor e quelle degli Psicoterapeuti e degli Psicologi. La Legislazione in materia non è propriamente ben definita e la Giurisprudenza non sempre lineare. Un bravo Counselor, che ha fatto un importante percorso di psicoterapia individuale e che continua ad andare in supervisione, sa benissimo quando il problema del suo Cliente esce dalle proprie competenze, quindi lo indirizza verso uno Psicoterapeuta. Insomma, anche qui vale il concetto di “rete”.
Ben conscio che in Italia di Counseling si parla poco, sono disponibile a un incontro gratuito e offro di seguito un approfondimento che giudico completo ed esaustivo:
- La Figura del Counselor
- L’intervento di Counseling
- Il Counseling aziendale
- L’Analisi Transazionale
- Storia del Counseling
Coach
“Il coaching professionale è un rapporto di partnership che si stabilisce tra coach e cliente con lo scopo di aiutare quest’ultimo ad ottenere risultati ottimali in ambito sia lavorativo che personale. Grazie all’attività svolta dal coach, i clienti sono in grado di apprendere ed elaborare le tecniche e le strategie di azione che permetteranno loro di migliorare sia le performance che la qualità della propria vita”.
Mi sono avvicinato al coaching nel 2003, frequentando un evento organizzato da Istud con John Whitmore, uno dei padri fondatori di questa disciplina.
Particolarmente interessante mi parve questo schema:
Decisi di affrontare un percorso strutturato, accreditandomi con la Società Six Seconds Italia, estremamente competente sulla valutazione ed il potenziamento dell’intelligenza emotiva.
Furono Peter Salovey e John Mayer a introdurre questo concetto: ”L’intelligenza emotiva è la capacità di identificare le emozioni; di accedere e utilizzare le emozioni in modo da aiutare il pensiero; di comprendere le emozioni e la pratica emotiva; e gestire riflessivamente le emozioni così da promuovere la crescita emozionale ed intellettuale”.
La metodologia individua tre aree ed otto fattori di intervento:
- Self Awareness – Consapevolezza;
- Self Management – Gestione del Sé:
- Self Direction – Significato personale.
Six Seconds ha sviluppato un interessante test che il Coach certificato può somministrare al Cliente (Coachee). Particolarmente interessante è la lettura dei risultati individuali in relazione ad un rigoroso e numeroso campione statistico.
Terminata la prima tappa per diventare Coach, ho proseguito con l’EQ management certification e, nel 2010, con la Change Management Certificazion.
Lo schema seguente ben sintetizza il lavoro di crescita che si può fare con il Cliente, utilizzando i concetti e gli strumenti dell’Intelligenza Emotiva:
Sulla differenza tra Coach e Counselor la letteratura è sterminata e a volte strumentale. In estrema sintesi, a mio parere, il primo allena e affianca la Persona (o il team) su specifici obiettivi, mentre il secondo fa un lavoro più introspettivo, e per certi aspetti maieutico. Negli anni ho approfondito sul campo le differenze tra le diverse metodologie, che ho sintetizzato in questo schema, inserito nella tesi di un dottorato di psicologia sociale on line ottenuto anni fa:
In soldoni, propongo il Coaching quando c’è da supportare una Persona per raggiungere specifici obiettivi, mentre ritengo il Counseling più finalizzato a superare i disagi che ne limitano le potenzialità. Però, detta fino in fondo, un Counseling un po’ meccanico e un Coaching con l’anima alla fine si differenziano poco.
Ho trovato il Coaching molto utile per sviluppare il paradigma PIMS, un acronimo che non lascia dubbi: Profict Impact of Market Strategy.
Questa metodologia nacque niente meno che in General Electric ed ho avuto la fortuna di applicarla approfonditamente negli anni ’80.
Adesso non è più di moda, ma ritengo i principi che la sorreggono ancora oggi fondamentali.
Ho focalizzato questa pagina sul Coaching aziendale ma gli ambiti di intervento sono i più diversi, da quello sportivo a quello scolastico, etc.
Anche in questo caso sono disponibile a un primo incontro gratuito per approfondire nel dettagli le specifiche esigenze del Cliente e scegliere insieme la strada migliore da percorrere.
Buon lavoro!