Proprio per evitare che i casi come quello di Stefano Cucchi, massacrato mentre era in stato di arresto e lasciato morire nelle patrie galere (od ospedali), portino a ingenerose generalizzazioni, mi piace riprendere la notizia sulla cattura del pericoloso boss Mimmo Raccuglia. Un poliziotto della sezione “Catturandi” di Palermo dice, sommesso: “Per favore, non chiamateci eroi perché arrestiamo i boss latitanti, questo è il nostro lavoro. Piuttosto, chiamateci eroi perché siamo dei dipendenti statali che pagano di tasca propria per lavorare al meglio”.
Infatti, da mesi non ci sono soldi per le missioni fuori sede dei poliziotti più famosi d’Italia, quelli che hanno arrestato Raccuglia e, prima di lui, Lo Piccolo e Provenzano. I tagli al comparto sicurezza comportano che i rimborsi per le missioni fuori città siano bloccati da mesi, gli straordinari vengano pesantemente decurtati e i rimborsi per i pasti durante le missioni arrivino con nove mesi di ritardo. E questi servitori dello Stato (che Brunetta ha chiamato “panzoni che stanno in ufficio”) i soldi li hanno anticipati di tasca loro, pur di raggiungere l’obiettivo. E davvero non è che prendano stipendi d’oro, anzi…
E allora: chapeau per queste persone e per l’esempio che ci danno, portando un pò dis peranza in questa Italia malandata e stretta tra furbizie e scorciatoie per i potenti: loro lavorano concretamente senza demotivarsi.
Anche per questo ne “L’ultima nuvola” ho messo il lungo inserto sul capitano Ultimo. Non li ricordiamo mai abbastanza.
PS: cosa penseranno questi poliziotti, del fatto che un emendamento alla Finanziaria votato dal Senato consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie se entro novanta giorni non vengono asegnati? Sicuramente che i boss mafiosi potranno ricomprarseli, tradendo l’impegno assunto con il milione di cittadini che nel 1996 firmarono la proposta per la legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia e la loro restituzione alla collettività. Queste considerazioni non sono di destra o di sinistra, perdio!
Commenti
I commenti a questo articolo sono chiusi