Classe dirigente

Ieri il Governo Prodi è caduto. Ho letto le agenzie e guardato alcune trasmissioni televisive. Sono un appassionato competente di Analisi Transazionale (ho fatto la scuola triennale di Counseling proprio con quel indirizzo) e mi ha colpito ancora una volta che nei dibattiti nessuno, ma davvero nessuno, utilizzi quello che in AT si chiama l’Adulto, cioè uno Stato dell’Io (un insieme di emozioni, comportamenti ed esperienze che si formano e si strutturano progressivamente dalla nascita) caratterizzato da un insieme autonomo di sentimenti, atteggiamenti e modelli di comportamento che risultano adattati alla realtà presente. Non ce n’è traccia nè a destra, nè a sinistra e nè al centro.

Tracima uno Stato da Genitore normativo negativo (svalorizzazione, ipercriticità. atteggiamento punitivo, malevolo, sarcastico e cattivo, giudizi fintemente morali, ancoraggio al passato che filtra tutto ciò che si vede e si dice…).

E’ molto diffuso anche lo Stato del Bambino Ribelle (comportamenti di disperazione e incattiviti, sfida, grande rabbia legata alla frustrazione, sensazione di essere incapaci a misurarsi con il mondo…).

Senza “psicanalizzare” la classe politica, però non è per niente rassicurante che i nostri rappresentanti siano in larghissima parte così. Non si va da nessuna parte se manca l’entusiasmo del Bambino naturale, il rigore del Genitore normativo, l’analisi dell’Adulto, la mediazione del Bambino adattato, l’accoglimento del Genitore affettivo. Che ignoranza emozionale che c’è in Parlamento! Che bassa competenza comunicativa… E poi ci si stupisce che i sondaggi rilevino il distacco delle persone dalla politica. E anche la solita solfa che così si soffia sul qualunquismo ecc… è stancante e inefficace. Non credo più che la classe politica e la classe dirigente in generale siano lo specchio della società. Non so se si tratta di “casta”, però la schizofrenia tra Paese reale e classe dirigente ha toccato livelli preoccupanti.

Dulcis in fondo, ecco alcuni atteggiamenti “onorevoli”:







“Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia….”

C. Lolli – Borghesia (Emi 1972)

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