Dalle situazioni straordinarie non si esce con modalità ordinarie

Lunedì scorso ho avuto il piacere di ascoltare Carlo Cottarelli, serio economista ed ex commissario alla revisione della spesa nel governo Letta.
Sto anche leggendo il suo ultimo libro “I sette peccati capitali dell’economia italiana”, proprio mentre Lega e Movimento Cinque Stelle sottoscrivevano un contratto per proporre un governo al Presidente Mattarella.
Senza fare nessuna analisi politica, anche ai più distratti appare chiaro l’abisso che c’è tra l’approccio di Cottarelli e quello dei due leader più votati dagli Italiani. Non a caso, Business Insider Italia pubblica un articolo dal titolo emblematico: “Salvini e Di Maio scherzano col fuoco, senza coperture finanziarie si torna alla lira. E dovrebbero dirlo chiaramente agli italiani”.

Tornando al buon Cottarelli, che stimo, non mi convince però l’ineluttabilità del debito pubblico (132% del PIL): quando un’azienda raggiunge un indebitamento insostenibile, invece di continuare a farsi male porta i libri in tribunale o chiede un concordato.

Avendo ben chiaro le differenze abissali tra un’azienda e uno Stato, mi sento però di riproporre un vecchio articolo del 2011: un po’ provocatorio, ma non troppo.
Buona lettura! Lauro

 

 

 

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