Il Festival dell’espressività è stato il momento conclusivo del tirocinio previsto dalla scuola di Counseling che ho frequentato. Poichè dopo trent’anni mi era rimasta questa grande voglia di stare con gli adolescenti, ho scelto di effettuare il tirocinio sul Counseling espressivo, all’interno di un progetto di attività espressive per l’attivazione di gruppi di animazione e riabilitazione, curato dall’azienda USL di Modena. I lavori vertevano su attività teatrali, cinematografiche ed artistico pittoriche, che sono poi stati presentati all’interno del festival dell’espressività di preadolescenti e adolescenti, organizzato per fine novembre 2005 a Modena.
Ho lavorando con Roberta Frison, progettista dell’evento e mia tutor del tirocinio, Paolo (che si è occupato di cinema), Giuseppe e Barbara che hanno coordinato i lavori teatrali ed Anna, che ha diretto quelli grafico pittorici.
Ho passato diverse ore con bambini e bambine delle elementari, adolescenti e ragazzi delle medie inferiori e superiori. Ho visto come, già nei bambini, nascano quelle difficoltà di relazione che poi, “inspiegabilmente”, troviamo negli adulti: non ascolto, difficoltà a cooperare, tendenza a sottolineare sempre quello che non va, a demolire quello che dicono gli altri.
Al Festival sono stati presentati con grande successo i lavori dei diversi gruppi di alunni delle scuole elementari, medie e superiori che, attraverso l’arte, il teatro ed il cinema, hanno realizzato un’importante esperienza di socializzazione e costruzione. ho toccato con mano come il “fare insieme” sia potente ed efficace!
Al festival si è esibito anche David Jackson, mitico sassofonista dei Van der Graff Generator, che ha creato un incredibile laboratorio attivo (soundbeam) di musicoterapia.
Infine, un’altra emozionante esperienza. Metti un bellissimo anfiteatro con elegante parquet di legno stile grande banca. Metti un’orchestra sinfonica che, dopo una giornata di convegni, ti delizia con Peer Gynt di E. Grieg, Inno alla gioa dalla XI sinfonia di Beethoven, Il Titano di G. Mahler. La cosa eccezionale è che la stragrande maggioranza degli orchestrali erano ragazzi ed alcuni adulti con gravi problemi psichici e mentali.
Infatti Esagramma, centro terapeutico ed educativo, ha dato vita ad una grande orchestra sinfonica perchè è convinta che, con la metodologia della “Musicoterapia Orchestrale”, nel gruppo si impara a raccontare se stessi, ad ascoltare, ad ascoltarsi, ad esporsi in modo persuasivo e protettivo. L’Orchestra permette a queste persone di effettuare esperienze altrimenti inacessibili, come imparare il momento in cui parlare, il tono e l’intensità con cui farlo.
Suonare insieme promuove processi di pensiero e di identificazione che portano a straordinari risultati. Vedere queste persone che indossano una serietà professionale inappuntabile e si emozionano per gli applausi del pubblico è commovente.
Ascoltare, ascoltarsi, sperimentarsi ed esplorare, sapere quando parlare e come farlo, fare gruppo per ottenere risultati comuni: da uomo di azienda ho avuto una bella lezione, che mi tengo cara.