Guccini incanta il pubblico modenese!

Francesco Guccini incanta Modena, piccola città bastardo posto: Forum Monzani strapieno ad ascoltare il grande poeta cantautore.

Il libro, “Non so che viso avesse”, è davvero un pre – testo, quello che conta è sentire raccontare dal maestro storie che praticamente si sanno già a memoria ma che, come le favole di quando eravamo piccoli, ci piace ascoltare fino allo sfinimento.

Innanzitutto grande sorpresa: sul palco arriva Luciano Ligabue, che regala a Guccini ed al pubblico commenti affettuosi ed autentici sul Maestrone.





Albero Bertoni, coautore di “Non so che viso avesse” (perché nasconderne il nome in copertina?) è puntuale e misurato nel sollecitare Francesco. De Maria è divertente a (ri) fare lo sketch del Pirata Pacioccone, con Guccini che sostiene di avere scritto solamente alcune frasi finali di quelle canzoncine, rammentando però bene che quei volponi di De Maria e soci in realtà erano interessati alla sua bella morosa. Beppe Cottafavi fa l’editor contento che il libro sia al primo posto nelle classifiche e racconta di aver preso Guccini per sfinimento, salendo ogni due settimane a Pàvana.

Spunta anche Valerio Massimo Manfredi a sottolineare qualche dolce ricordo di Bonvi e delle sue improbabili disintossicazioni alcoliche. Nonostante la tristezza per la morte di Renzo Fantini (Francesco arrivava proprio dal funerale), Guccini è stato brillante nella sua complessa semplicità e nella sua modestia mai recitata. Francesco continua ad incantare giovani, meno giovani ed anziani perché la sua autenticità e la sua coerenza in fondo sono una speranza contro la bruttezza e la violenza di questi tempi finti, di furbizia e malaffare. Non che lui voglia ricoprire questo ruolo, è il suo essere naturale che attira le simpatie e l’affetto di tanta gente. Sarebbe stato interessante registrare i commenti che le persone, all’uscita, esprimevano, contente di avere partecipato a quell’evento.

Pur essendo un gucciniano della prima ora, due cose nuove ho imparato: Alfio Cantarella (presente con i vecchi amici di Francesco) all’inizio aveva solamente le bacchette e non la batteria, ma poi misteriosamente si trovò tra le mani un tamburo che avevano regalato a Piero, il fratello minore di Francesco. Poi, il mio amico Assessore, Roberto Alperoli, ha ricordato il primo concerto nel quale vedemmo Francesco, nel 1972, a Modena. Si presentò con la testa fasciata, giurando che non era dovuto alla sbornia. Sta sera ha riconfermato che era astemio, pur ammettendo di trovarsi dietro al bancone de L’osteria delle Dame quando, improvvisamente, scivolò e picchiò la testa. Il pubblico in parte ha fatto finta di crederci, pur rilevando che l’indizio non era proprio da poco.

Non ci resta che aspettare il concerto in Piazza Grande del 30 giugno prossimo!

PS: per ricordare Renzo Fantini, ecco questa foto del 1975, quando organizzai un recital (allora si chiamavano così) di Guccini a Castelvetro, come racconto ne “L’educazione sentimentale del manager”.



Se guardate bene nel manifesto c’è una scritta cancellata con un pennarello nero. C’era scritto “Teatro Parrocchiale”, che il prete ci aveva prima concesso ma, dopo aver letto i testi delle canzoni di Guccini, ritirò la sua disponibilità. Un’ora prima dell’inizio dello spettacolo, migrammo nella palestra comunale. Renzo è quello a sinistra, vicino alla cassa, con abito grigio, ed io gli sono a fianco, dietro a Francesco.

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