Confini come luoghi di incontro

Domenica di relax, dopo diversi giorni passati in montagna con gli amici.

Ho finito di leggere un libro di Bianciardi e iniziato uno di Recalcati. Credo che la scelta dei libri da leggere non sia mai casuale. Il libro mi ha preso molto e in particolare mi ha fatto rilettere sulla situazione attuale.

Quando il soggetto, i gruppi umani o le loro istituzioni difendono con l’eccessiva virulenza e caparbietà la loro identità e i loro confini c’è il rischio di malattia psichica, di intossicazione identitaria, la quale dunque scaturisce non tanto da un deficit di identificazione narcisistica ma da una carenza di permeabilità“.

E ancora: “Riconoscere l’inconscio significa sviluppare, come si direbbe in politica, una democrazia interna più vitale e più interessante, dove i confini siano in grado di garantire transiti e incontri sorprendenti“. Confini come luogo di incontro e non di chiusura psicotica in se stessi. Meditiamo gente, meditiamo. E che bello leggere!

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