Mi fa piacere essere di nuovo con le amiche e gli amici di Este edizioni, che per altro pubblicherà il mio prossimo libro.
Mi fa piacere coordinare in particolar modo la tavola rotonda “la Cura”.
Vivo da poche settimane una nuova esperienza professionale altamente rischiosa e critica. Tocco con mano gli effetti che producono l’incompetenza e l’irresponsabilità, sono chiamato a mettere mano ad una situazione che inevitabilmente produrrà problemi anche sulle persone.
Abituato da tempo, come sa chi mi segue, a realizzare il paradigma “Orientamento al business e sincero interesse per le persone”, mi è molto duro ragionare nell’ottica di breve, se non brevissimo, termine, nella dimensione dell’estremo salvataggio e non della progettazione dello sviluppo.
Ma questa è la minestra, e io non voglio saltare la finestra.
Ho voluto incontrare tutte le persone (non le risorse umane) che lavorano ai diversi livelli, molto probabilmente non riusciremo a pagare gli stipendi ma ho chiesto impegno e motivazione: ci credo.
Anche questo è un modo di prendersi cura delle persone, essere chiari senza scadere nell’arroganza, declamare i problemi ma costruire una seppur parziale soluzione possibile.
Ogni manager deve, nell’esercizio del suo potere di autorità e di autorevolezza, ricordarsi sempre che si raggiungono risultati attraverso il lavoro di altri. E quindi, oltre a curare se stesso (perché una persona che non si vuole bene non è un gran capo), deve prendersi cura di tutte le persone che lavorano in azienda, qualsiasi sia la loro mansione o il loro livello.
Ci sono anche i clienti ed i fornitori, anche loro sono persone e non voci di bilancio e basta.
E questo non per filantropia, che comunque non guasta, ma perché oggi, soprattutto nei servizi, il risultato passa attraverso le persone, che devono essere guidate e trattate con cura, in un equilibrio non banale tra disciplina e coinvolgimento.
Buon seminario!
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