Le canzoni di Guccini e Lolli a Ferrara

Ieri sera, sul palco della Sala Estense, a Ferrara, è andato in onda un evento che, per quelli della mia generazione, è straordinario.
I Musicisti di Claudio Lolli e i Musici di Francesco Guccini sul palco, a riproporci canzoni ed emozioni che sono nelle nostre radici.

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Tutto questo grazie alla caparbietà intelligente ed affettuosa di Pino Colautti, instancabile promotore dell’Associazione “Aspettando Godot – Storica e nuova canzone d’Autore”.
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Hanno aperto lo spettacolo i Méséglise, un gruppo che propone una canzone d’autore contaminata con il rock progressivo. Sono amici dell’Associazione e sono bravi, il loro ultimo CD, “Stranamente sereno”, è proprio da ascoltare.
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Quando ho presentato il cuore della serata, ho condiviso con il pubblico che, mentre venivo al concerto, pensavo a una serata di oltre 40 anni fa.
Un piccolo cinema a Crevalcore, non lontano da Ferrara, con Guccini e Lolli che si alternavano sul palco, con chitarra e voce e un impianto di amplificazione a dir poco minimale. Ma che emozione!
Da anni li ascoltavo.
Di Guccini mi colpì “L’isola non trovata”, che un mio amico coraggiosamente inserì tra le canzoni con cui si ballava alle feste, anche di domenica pomeriggio, a casa di qualcuno. Sì, ho fatto in tempo anche a vivere queste esperienze.
Lolli invece me lo consigliò la Pina, che aveva un rifornito negozio di dischi, “Il disco club” di Modena, vicino alla stazione delle Corriere.
Andavamo là, giovani studenti, perchè aveva anche un seno prorompente, che non nascondeva mai, e noi mescolavamo musica ed estasi.
Da allora Guccini e Lolli, per me come per tantissime persone, hanno rappresentato molto di più di due artisti.
A Lolli devo la sontuosa prefazione a “L’educazione sentimentale del manager“, che venne anche adattato in Teatro, grazie all’amica Judith Pinnock che organizzò un bellissimo evento a Rubiera, proprio con Lolli e Capodacqua e il libro letto da Ugo Dighero.
Di Guccini, ne “L’ultima nuvola“, ho riportato un ampio incontro semi inventato del protagonista con Francesco, a Pavana, preso da una cassetta registrata nel 1981, con spassosi dialoghi di Guccini con Milo Manara.
Ogni loro disco nuovo era un’attesa, ogni loro canzone una bellissima occasione di riflessione.
Si, senza alcuna loro responsabilità, Guccini e Lolli ci hanno insegnato una vita vera e non artefatta, ci hanno insegnato ad avere il coraggio di guardarsi dentro, ci hanno insegnato che senza giustizia non c’è libertà.
E non ho potuto non ricordare Federico Aldrovandi, che proprio a Ferrara non ha avuto la libertà di diventare grande e non ha avuto abbastanza giustizia.
Guccini e Lolli ci hanno riempito  l’anima contro il grande freddo, che allora e purtroppo ancor peggio oggi, aleggia. “Il grande freddo” è il nuovo progetto musicale di Claudio Lolli, che uscirà a fine febbraio 2017, da non perdere.

Guccini e Lolli, e dire che sono così diversi, a partire dal fisico. Uno grande e grosso, l’altro quasi fragile, che lo devi abbracciare con prudenza. Uno che trasforma il concerto in una grande serata in osteria, l’altro nella grotta dei poeti estinti.
Però, quante similitudini! L’attenzione totale ad ogni parola, il ricamarle con le note, il cercare un senso in ogni strofa che non sia mai immediato o scontato.
Entrambi timidi.
Entrambi hanno con i loro musicisti un rapporto lungo e consolidato, tanto che non riusciamo a pensare a Lolli e Guccini senza i loro musicisti. Non sono un pezzo del concerto o del disco: sono parte indissolubile del concerto e del disco.
E loro, i Musici di Guccini ed i Musicisti di Lolli, li hanno ricambiati. Loro gli hanno voluto bene, li hanno accompagnati con passione, non come freddi professionisti a contratto.
Non abbiamo mai sentito alcuna distanza d’emergenza tra la voce di Guccini e Lolli e le note dei Musici e dei Musicisti, loro non hanno mai avuto fretta di finire.

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E anche ieri sera, Paolo Capodacqua, Danilo Tommasetta e Roberto Soldati ci hanno regalato momenti straordinari: Viaggio, Donna di fiume, Michel, Borghesia, Quello che mi resta… fino all’epica miscellanea de “Gli Zingari felici”.

Quando hanno terminato, prima dell’intervallo, sono state estratte a sorte due  chitarre firmate dai Musicisti di Lolli e dai Musici di Guccini, un’originale idea per abbassare i costi non indifferenti della manifestazione.

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Poi sono saliti sul palco i Musici di Guccini: Flaco, Vince Tempera, Antonio Marangolo, Pierluigi Mingotti e Ivano Zanotti, drummer davvero convincente.
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Era la prima volta che li ascoltavo. Ho apprezzato i loro arrangiamenti e il lavoro che hanno fatto per non fare una copia di Guccini. Apertura come da copione ma chiusura con un’esaltante “Avvelenata”. Anche l’arrangiamento e l’esecuzione di “Asia” sono di grande impatto, come tutta la scaletta.

Alla fine foto di gruppo, compreso il timido Pino, che adesso capisco perché abbia scelto quell’indirizzo mail.
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In questi tempi così freddi e nebbiosi, la musica riesce ancora a scaldare il cuore. Se poi sorregge le parole di due grandi come Lolli e Guccini, beh, allora ci nutre anche.

Gran finale con i Musicisti all’Osteria La Compagnia. Perchè sono ancora aperte le osterie.

Alla prossima!

 

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