Ma guarda te cosa ho trovato…

Spulciando nel baule informatico che ormai è diventato il nostro computer, nel fine settimana ho trovato una mail che mi aveva mandato una persona a me molto cara, che ho l’onore di annoverare tra i miei Maestri. Lo avevo coinvolto, prima della pubblicazione de L’ultima nuvola, per fargli leggere le bozze. Era il mio primo romanzo vero e proprio e il suo parere era per me molto importante.
Ecco cosa mi scrisse: “Divertente e bellissimo. È la prima volta che un romanzo parla di organizzazione, gestione aziendale e comportamento. Bella l’invenzione della psicoanalisi come leva comportamentista. La punteggiatura del gourmet (vedi cena indiana e relativa scopata) è geniale, così come la conoscenza della cucina indiana. Importanti ed efficaci le sottolineature alla solitudine del capo. Molto efficaci gli excursus sugli avvenimenti politico sociali, che legano storia, cultura ed organizzazione. La tecnica è quella del flash back che crea un estremo interesse perché questi excursus modificano le regole del gioco ed attraggono il lettore in una diversità sempre unitaria. Molto belle la descrizione del capo cattivo, gli intrighi legali… Anche il gergo dialettale sta molto bene, lo riporta ad una modernità tipo Camilleri. Belli e gustosi diversi aforismi (non ho più tempo di avere fretta…).
4 consigli:

– Non farti fare presentazioni e introduzioni, il romanzo vive di una propria dignità autonoma, è un figlio che vive la propria esistenza;
– Titolo: è divertente ma riduttivo rispetto al romanzo che ha una dimensione socio economica da grande classico. Scegliere un titolo adeguato, non restrittivo.
– Non titolerei i paragrafi perché la titolazione è poco elegante sullo scorrere del “fiume” romanzo e rompe la continuità. Numero e basta, al limite alcuni titoli metterli all’inizio, come introduzione al capitolo.
– Pubblicherei con ……….., lo sfondo del romanzo è l’organizzazione, il capo, l’azienda.
Mi dici che serve una buona quarta di copertina e se sono disposto a scriverla. Certo!

Anche se sono passati otto anni, tengo per me il nome di questo importante personaggio, non per civetteria, ma per rispetto.
Per il titolo (la mia proposta era ‘Mobbing Dick’)ci fu un compromesso con l’editore, ma per il resto tutto ciò che mi consigliò lo misi in pratica.
Sì, credo anche io che L’ultima nuvola, pur con alcune ingenuità ed imperfezioni, sia un bel libro. Sono molto contento di averlo scritto e che qualcuno lo abbia letto.
UN

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