E’ da stamattina che questa canzone mi sta in testa. E’ vero che sono due Giganti, Mina e Jannacci, però chissà perchè…
Ascoltatela, è bella:https://www.youtube.com/watch?v=FF2wcgiL69o
E’ stata incisa da Jannacci nel suo primo album, “La Milano di Enzo Jannacci” del 1964. Venne ripresa nel 1977 con Mina.
Ci racconta di come persino l’essere stati al fronte insieme, da eroi, possa contare poco o nulla nell’Italia del dopo guerra, che forse voleva dimenticare subito.
E conta poco anche per l’imborghesito commilitone Rino, presente – assente deuteragonista, che la fa diventare quasi una canzone contro la guerra.
Ci ricorda, infatti, che la pelosa retorica del cameratismo, sempre spacciata per dare un impossibile colore di umanità alla guerra, alla fine si scioglie come neve al sole di fronte al dovere prestare mille lire al compagno con il quale si sono condivisi momenti terribili sotto “ai bumb” e “ai füsilàd”.
ERA TARDI
Ed era tardi, era tardi
in quella sera stanca
che ho avuto bisogno di un mille lire
per coprire una cambiale.
Domandare io avevo vergogna,
domandare non sapevo a chi …
C’era il Rino, è vero, il Rino
soldato con me nei bersaglieri
Ma era tardi, era tardi
in quella sera stanca
per disturbare la gente sposata da poco
con il lavoro che stanca.
“Mi scusi, signora, c’è il Rino?
Gli dica che c’è il bersagliere”.
Lui viene giù dalle scale in camicia,
io sorrido, lui neanche un cenno.
“Ciao, Rino, scusa, lo so, è tardi, ma …
… ma in questa sera stanca, vedi,
volevo salutarti, e poi
ricordare i bei tempi della guerra, vacca!
Quando eri senza morosa, ti ricordi
Quando andavamo a ubriacarci …
Sì, ma, Rino, c’è un’altra cosa …
Non andar via, Rino, ciao Rino … Ohé!”
E io lo sapevo
era tardi
per disturbare la gente
presa magari a fare l’amore
la gente che ha i suoi impegni …
Sì, ma abbiamo fatto anche la guerra insieme
sotto le bombe, contro le fucilate ….
Vale di più oggi un bel mille lire
in tasca, dimenticato …
Commenti
I commenti a questo articolo sono chiusi