Ho voluto leggere in vacanza il libro del professor Gianfranco Dioguardi, certo che la pace della Valle Aurina fosse l’ambiente giusto per gustarmi il pensiero fine dell’autore.
Già dall’inizio, si avverte l’ansia dell’autore di sistematizzare diverse tessere sparse per esprimere una nuova disciplina: è però un’ansia madre, non matrigna, che mette in guardia da scorciatoie e semplificazioni ma non fa venire meno il piacere della scoperta che ogni pagina regala.
La prima parte mi ha ricordato “Il mondo di Sofia”, il romanzo di Gaarder che introdusse il lettore non specializzato alla filosofia.
Anche Dioguardi, che di sapere codificato, finanche enciclopedico, se ne intende, ci accompagna in questa “scienza di tutte le scienze”.
Il libro è una preziosa lanterna per procedere dal noto verso l’ignoto, unico vero metodo per accrescere la conoscenza. Conferma un approccio di Dioguardi al management severo e nel contempo nobile, che non scivola mai in un aristocratico distacco per pochi eletti.
È anche un trattato vero e proprio sui temi della complessità, del cambiamento e dell’innovazione, nei quali trova un ruolo centrale l’imprenditore innovativo, spesso soffocato da burocrazia e invidia.
Dioguardi ci aiuta ad oltrepassare una nuova frontiera per trasformare le disperanti periferie in quartieri belli da vivere.
Attingendo dai saperi ancora attuali di Matteo Palmieri, Leon Battista Alberti e Le Corbusier è possibile costruire la nuova scienza per il governo della città, recuperando al massimo il territorio con “tanti rammendi e numerose agopunture urbane”.
Affascinante la proposta di dare vita a qualificate “City school”, vere e proprie accademie urbane per educare amministratori e cittadini a interpretare rigorosamente la città da governare.
City school rivolte anche ai giovanissimi cittadini, affinché acquisiscano una maggiore consapevolezza della realtà in cui vivono e partecipino più efficacemente e con un maggiore e più civile uso della ragione alla vita pubblica.
Non credo di riuscire a vedere il nuovo Illuminismo, avendo imboccato l’autunno della mia vita, pur senza essere ancora entrato del tutto nella “vecchiezza”. Ho però un figlio e due nipoti e vorrei lasciare loro un mondo migliore di quello che ho trovato.
In questo, il sontuoso libro di Gianfranco Dioguardi, che mi ricorda la zampata del leone di razza, mi ha dato una grande energia, grazie!
Per leggere l’amatoriale recensione del libro del prof. Gianfranco Dioguardi, basta cliccare sull’immagine che segue.
Buona lettura.
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