“Cala novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti, nei giardini consacrati ai pianti si festeggiano i morti” cantava Francesco Guccini.
E se chi muore è un anziano, “una persona per lo più in pensione, non indispensabile allo sforzo produttivo del Paese…“, povero Toti, comunque era e rimane nei cuori di chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene. Come un giovane partito troppo presto o troppo male.
Ecco quindi un testo molto bello e dolce di Anna Giulia Panini, che in parte zittirà la cretinata colpevole del Presidente della Liguria:
Sono mai morti
i nostri morti per davvero?
Li ritroviamo nei sogni avanti
l’alba, in mezzo a foto che nessuno
più accarezza, tra bui santini e altre
stanche devozioni, eppure vivi
sempre pronti a un certo sguardo
accigliato, una tirata d’orecchi,
un caffè cosmico quando sei
solo in cucina e all’improvviso
sale un conforto dalla tazza
fino al cuore, schiocca la madia
di noce, fa capriole insensate
la caldaia, sorride il gatto
ai fantasmi degli amati di passaggio.
AGP
Commenti
Immaginifica e concreta allo stesso tempo, la trovo bellissima. Le cose sotto lo sguardo della poetessa prendono vita in modo colorato, aggraziato e originale. Complimenti!
Una poesia delicata e struggente al tempo stesso. Riporta alla mente momenti di un’esperienza condivisa e lo fa correlando oggetti e suggestioni però personali ed intime. Complimenti!
I commenti a questo articolo sono chiusi