27 luglio: Le Havre – Avranches km 350,8
Oggi giornata molto bella cavalcando per la Normandia. Da Le Havre, dopo una ventina di chilometri, siamo arrivati a Port-Jérôme-sur-Seine, dove la strada finiva e iniziava… un traghetto.
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Da lì, una bella attraversata di campi, colline e paesini della Normandia, raggiungendo anche la ragguardevole cifra di 10.000 chilometri percorsi.
Pensando al senso di pace incredibile di quei paesaggi, ho forse capito il perché: la lentezza. Allora, mentre a tarda notte scrivo questo articolo per fedeltà verso le lettrici e i lettori (si contano sulle dita di una mano, ma per questo sono importanti), penso a Louis Daguerre. Agli inizi dell’Ottocento, o giù di lì, sperimentò per primo l’impressione di una lastra con soluzioni chimiche innovative: l’antesignana della fotografia. Mise sul cavalletto la sua macchina e la lasciò ferma per molto tempo, perché mica c’era la fotografia digitale. Intanto, l’obiettivo riprendeva il traffico caotico di carrozze, cavalli e persone sul parigino Boulevard du Temple. Quando mandò a ritirare la lastra, era rimasta impressionata solamente l’immagine del lustrascarpe, che lentamente faceva il suo lavoro. Tutti gli altri, passati in fretta, non avevano lasciato nessuna traccia.
Bene, intanto sosta a un caffè con madre (che ci saluta calorosamente) e figlia molto gentili.
Da lì, via verso Beuvron – en – Auge, un paesino davvero caratteristico.
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Per essere ancora più romantico, il quadro della scena si è arricchito di pioggia, per fortuna non troppo violenta. Attraverso campagne e allevamenti di mucche, siamo arrivati a Omaha Beach, dove il 6 giugno del 1944 1.213 navi da guerra, 736 navi appoggio e 864 navi sbarcarono 156.000 soldati e 20.000 veicoli. Fa impressione pensare che in quella spiaggia così placida possa essersi consumata una delle più grandi tragedie militari.
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Molte abitazioni espongono insieme la bandiera francese e quella americana, e sui pali della luce sono attaccate le fotografie di tanti giovani che diedero la loro vita per la nostra libertà.
Stasera, andando in centro a Avranches, davanti al monumento al generale Patton ho visto con piacere esposta anche la bandiera tedesca. Si, come dicevo ieri a Bocholt, le colpe dei padri non possono ricadere sui figli e abbiamo bisogno di riconciliarci.
Certo non mi rincuora pensare alla guerra in Ucraina e ad altri cinquanta conflitti oggi esistenti al mondo. Però posso solo farvi ascoltare questa bella canzone di Edoardo Bennato: “A cosa serve la guerra”.
Buonanotte, care e cari naviganti, stiamo girando la prua verso casa!
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