Se si escludono istanti prodigiosi […] che il destino ci può donare, amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra”: così scriveva Primo Levi nel suo bellissimo romanzo “La chiave a stella” del 1978.
Per principio e per esperienza ne sono fortemente convinto anche io, tanto da avere scritto anni fa un articolo sul lavoro felice.
Poi però ho sentito persone che mi parlavano anche di altri punti di vista ed altre esperienze e così il mio nuovo romanzo, “L’ultima nuvola”, racconta la storia di un manager alcolizzato dal lavoro e vessato da un capo incompetente e arrogante.
Si vede che il tema è di moda perché la scorsa settimana l’Istituto prevenzione e sicurezza del lavoro (lspesl) ha tenuto a Roma il convegno internazionale: “La gestione dei rischi psicosociali nei luoghi di lavoro nel contesto italiano ed europeo“.
Emerge che quaranta milioni di lavoratori dell’Unione Europea sono affetti da stress, la seconda malattia professionale dopo il mal di schiena, vittime di mobbing e di violenze più o meno esplicite, un cocktail micidiale che costituisce il cosiddetto rischio psicosociale.
Ci si può ridere sopra, ma questo significa ridere sui prezzi che tante persone pagano e su quante energie vengono disperse nelle aziende. Per farvi un esempio, recenti indagini di Six Seconds, network mondiale sull’intelligenza emotiva con il quale ho fatto il percorso per diventare coach, dicono che i lavoratori ritengono che l’azienda utilizzi al massimo il 30% delle loro potenzialità. Anche per questo, il mio libro “L’educazione sentimentale del manager” ha l’ultimo capitolo che si chiama “Orientamento al business e sincero interesse per le persone”.
Sempre dai dati presentati al convegno emerge che il 6% dei lavoratori è stato esposto nell’ultimo anno a minacce di violenza fisica, il 4% a violenza da parte di terzi e il 5% a bullismo e/o molestie.
E poi dobbiamo motivare le persone a darci il meglio di sé, le loro competenze implicite, quelle che nel mio romanzo sono rappresentate da un ottimo cuoco e da un esperto meccanico di motorini!
E poi dobbiamo attraversare una recessione che, pur non essendo l’apocalisse, ci darà filo da torcere. Basta poco per capire che in situazione di crisi questi atteggiamenti malsani sul lavoro si intensificheranno e che le ferite e le infelicità (senza desideri?) sul lavoro tracimeranno anche nella vita di tutti i giorni, rendendo un ambiente più incattivito ed insoddisfatto: è quest’aria che vogliamo respirare?
Allora, occuparci anche di queste cose non è tempo perso, né un approccio filantropico.
Anche per questo sono lieto che AIDP e Manageritalia abbiano organizzato la presentazione de “L’ultima nuvola” per Lunedì 1 dicembre 2008 al Royal Carlton Hotel di Bologna, alle 17,30.
Ci saranno il Vice Presidente AIDP Isabella Covili Faggioli, il Presidente di Manageritalia Claudio Pasini e Libero Mancuso, Assessore al comune di Bologna e già magistrato: tre persone che stimo molto. Scarica l’invito 8
Vi aspetto! Lauro
PS: nel mio libro, che segue il filo rosso di un’indignazione adolescenziale contro le ingiustizie, c’è anche un pezzo sul drammatico G8 2001 di Genova. In queste ore si sta aspettando la sentenza sul massacro alla caserma Diaz: non è un problema di destra o di sinistra, ma di libertà: un Paese maturo dovrebbe abituarsi a ragionare a prescindere da steccati vecchi e ritriti, senza mandare tutto in vacca in squallidi dibattiti televisivi. Ma anche ognuno di noi può essere meno frettoloso nell’affrontare cose fondamentali per un Paese moderno, libero e nel quale sia bello vivere.
(scusate la tirata forse moralistica, ma piove e io sono meteopatico).
PS del PS: è uscita la sentenza, leggi l’Ansa
Commenti
I commenti a questo articolo sono chiusi