E…lezioni

Altan – La Repubblica 26 marzo 2008

Mi sono divertito, sul sito www.voisietequi.it a rispondere a 25 domande che poi vengono confrontate con quelle che hanno dato i singoli partiti (per il Partito Democratico, l’UDC e La Destra sono state desunte dai programmi elettorali). Ecco il risultato:



La mia idea ovviamente non cambia, scommetto senza fuoco sacro su Veltroni, come suggerisce anche il The Economist: “Italians should vote for Walter Veltroni, his opponent from the centre-left, instead”

8->

Un’altra fonte che mi convince nella scelta (si gioca con le carte che si ha in mano, non con quelle che si vorrebbe avere) è www.lavoce.info .

Mi sa che i problemi da affrontare il 15 aprile siano gli stessi per tutti, personalmente penso che sia tutt’ora molto forte il deficit di classe dirigente in Italia, sono convinto che i politici in un certo senso rappresentino una casta (a volte il qualunquismo rischia di dimostrarsi una scienza esatta): però non abdico al mio diritto di voto e l’esperienza del Partito Democratico, aldilà degli effetti speciali, è una novità che mi va di provare (anche se il test non me lo da proprio vicino…).

Personalmente però credo che la decadenza della nostra politica sia in parte dovuta anche ai cittadini, alla gente, a tutti noi. Da un lato deleghiamo troppo, dall’altro molto spesso si abdica a quella minima tensione etica e morale che fa la differenza tra un Paese moderno ed uno in via di sviluppo.

Può essere un caso, però martedì 8 aprile, ultima settimana di campagna elettorale, Silvio Berlusconi propone, con sarcasmo – basta guardare la sua comunicazione non verbale, il test sulla salute mentale per i giudici. Il giorno dopo Marcello Dell’Utri dice pubblicamente che Vittorio Mangano (stalliere e fattore di Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi, dal 1973 al 1975) è stato un eroe.

Dell’Utri è cofondatore di Forza Italia (1993), tre anni dopo viene eletto deputato, nel 1999 diventa parlamentare europeo e nel 2001 senatore della Repubblica italiana.

In quegli anni qualche inciampo, diciamo così: nel 1995 è arrestato per avere inquinato le prove nell’inchiesta sui fondi neri di Publitalia (sempre “giro” Mediaset); l’anno dopo è indagato a Palermo per mafia; nel 1999 è condannato definitivamente a due anni e tre mesi di reclusione con una sentenza passata in giudicato per frode fiscale; a fine 2004 è condannato a nove anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Allora, lo so che a questo punto si tira fuori Andreotti che poi è stato prosciolto dalle accuse di mafia (in verità alcune di quelle condanne sono andate in prescrizione grazie a leggi molto puntuali), ma so anche che nel 2007 il sindaco di Milano, Moratti, promuove Dell’Utri direttore artistico del Teatro Lirico.

Comunque, torniamo a Vittorio Mangano, mafioso palermitano con diversi arresti alle spalle, portato a Villa Arcore proprio da Dell’Utri. Si conoscono bene i due, anzi i tre: nel 1986 una dimora milanese di Berlusconi è oggetto di un attentato dinamitardo e in una telefonata (intercettata) proprio Silvio, parlando con Marcello, dice che secondo lui la colpa è di Mangano.

Vittorio Mangano è poi oggetto di attente indagini da parte di Paolo Borsellino, il giudice fatto saltare in aria, insieme alla scorta, il 19 luglio del 1992, due mesi dopo avere detto in un’intervista che lo “stalliere” era uno che teneva i ponti tra la mafia del sud e del nord (e due mesi dopo che saltò per aria Falcone con la sua scorta). Può essere utile ascoltare questo breve video 8.

Subito dopo la celebrazione di Mangano da parte di Dell’Utri, Silvio Berlusconi, in corsa per diventare Presidente del Consiglio, nello stesso giorno (9 aprile 2008) si affretta a dire che quell’uomo si è comportato eroicamente perché, in carcere malato, non inventò nessuna cosa contro di lui, pur sollecitato dai pubblici ministeri. Occorre comunque ricordare che nel 2000 Mangano venne condannalto all’ergastolo (ergastolo!).

Un giorno i fucili di Bossi, l’altro la difesa di un mafioso, prima la cordata di carta per salvare Alitalia… Aggiungi gli allarmi preventivi sui brogli e la mafiosa frase sul Presidente della Repubblica (Berlusconi ha detto: “Se avessimo il Presidente della Repubblica della nostra parte politica potremmo dare il Senato al PD”: come dire che Napolitano non è garante ma di parte) capisci che non siamo dentro un agone politico, qui siamo fuori dal buon senso.

Sarebbe proprio il caso di dire “Forza, rialzati Italia, non seguire questa deriva distruttiva…”, ma c’est la vie! E mi spiace da un lato che il centro sinistra non parli più di tanto di queste cose perché, insieme al conflitto di interessi, non fa audience elettorale; dall’altro, che quasi metà degli italiani adulti le consideri trascurabili.

Per non chiudere in cupezza, ieri sono andato a sentire il candidato al Senato Giancarlo Sangalli (che intervenne alla presentazione del mio libro da Feltrinelli, a Bologna) che come sempre ha fatto mun disocrso concreto, convincente e comprensibile.

Con lui c’era un politico locale che si è perso in un comizio che andava dai problemi del grano all’ecologia, per passare dal territorio ai rifiuti. Ad un certo punto, parlando delle nuove tendenze, stava dicendo che la carne di pollo era molto richiesta perchè considerata più salubre e perchè ammessa anche dai musulmani. Poi ha detto, serio: “E sì, il pollo vola!”. Sorrisini e battute, ma imperterrito l’oratore – invece di riderci sopra, ha voluto risottolineare l’arguzia della metafora (?). A me è venuta in mente una barzalletta di tanti anni fa. Un ragazzo torna a casa da scuola e dice al padre, fervente comunista: “Lo sai babbo, gli asini volano!”. E il babbo: “Ma cosa dici, cretino? Chi ti mette in testa queste cose?”. E il figlio: “Babbo, l’ho letto su L’Unità…”. A quel punto il padre, imbarazzato, disse: “Bè, non è che gli asini volino, diciamo che svolazzano…”. In dialetto è ancora più bella!

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