È semplicemente vita!

“La vita dirà la sua” è un libro denso di emozioni e coraggioso in un modo
che, a volte, fa persino un po’ male.
Edoardo è il padre di Tania, la protagonista che insegue le sue orme
attraverso i diari che lui le ha lasciato In quelle pagine, scritte tanti anni
prima, si comprende che Edoardo ha molti strumenti per far fronte alle
tematiche emotive, ma la sua decisione di separarsi acuisce comunque
sensi di colpa a volte estremi.
E non gli basta sapere che anche una figlia cresciuta nella “quotidianità
apparentemente più serena possibile” è comunque in balia di eventi ed
esperienze extra familiari che possono trasformarlo e addolorarlo. Per
quanto potenti, i genitori naturali non sono, per fortuna, le sole figure
genitoriali.
Ma Edoardo, se non il perdono, vorrebbe almeno un po’ di comprensione
dalla figlia, che invece non vuole e non può concedergliela.
La ragione è semplice: Tania subisce una decisione decisa da altri,
addirittura il male che sente viene da suo padre.
Poi, attraverso i diari, che rappresentano a tratti le sembianze di una
lunga seduta psicoanalitica attraverso la scrittura, pian piano Tania si
avvicina al babbo, ripercorrendo i luoghi del mondo nei quali era stato
con la Tizia, persona nemmeno degna di un nome.
La durezza, forse inevitabile, di Tania, provocano un’indicibile sofferenza
in Edoardo, perché c’è poco da fare: il dolore di una figlia diventa
integralmente del padre, se lo carica sulle spalle, vorrebbe portarlo lui per
renderle più lieve il cammino.
E la fatica di vivere diventa doppia, soprattutto quando l’ipersensibilità
sbriciola ogni protezione.
Anche se a fatica, ogni tanto Edoardo ammette che vorrebbe avere la
capacità e la volontà di essere impermeabile alle difficoltà, alle
insoddisfazioni, ai dolori di Tania. Vorrebbe non essere al corrente di ogni
ostacolo che lei si trova davanti, né dover fronteggiare i suoi desideri
assillanti come automobili costose o serate in discoteca molto
dispendiose.
C’è uno iato quasi inspiegabile tra i successi che Edoardo, non senza
fatica, ottiene nel lavoro e la sofferenza tagliente della vita privata. Forse
non a caso tutto questo dolore porta alla fine dell’amore con la Tizia, che
pur era stato nutriente e gioioso. Edoardo ha un intenso e profondo
rapporto con la natura e i suoi equilibri, tanto da indurre il lettore a
sperare che per lui il futuro possa (debba?) scorrere su strade meno
accidentate.
Perché ha davvero fatto non solo il possibile, ma anche di più, per
riscattare la scelta di essersi separato: che comunque non è una colpa, è
semplicemente vita! Una vita che si interrompe bruscamente,
impendendo che, all’avanzare dell’età, le energie emotive e fisiche di
Edoardo possano essere nutrite con esperienze belle, naturali, più lente,
più dilatate e più lievi.
Forse, però, è solo quella conclusione che permette a Tania di partire per
ritrovare il suo babbo!
Mara V.

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