Ieri sera guardavo svogliatamente Ballarò: tutti erano partiti auspicando un confronto civile e poi si sono azzuffati come comari. Addirittura una signora dai capelli più che rossi, dirigente di Confcommercio e Forza Italia, ha dato il via a tutto ciò che non si deve fare nella comunicazione, superando Bondi nella tattica di scartare sempre dall’argomento con provocazioni irreali.
Pier Giorgio Celli, direttore generale dell’università Luiss, è stato un signore, nei modi e nei contenuti. La sua riflessione, ripresa anche oggi dai giornali, sullo stato pietoso della classe dirigente mi ha colpito molto. Qualcosa di analogo esprimo nella seconda parte de “L’educazione sentimentale del manager“. Mi ha fatto piacere che si cominci a parlare di questa decadenza, addirittura la LUISS ha effettuato un’ampia indagine sulla classe dirigente.
Il tema dei capi mediocri è al centro del romanzo che sto provando a scrivere, il cui titolo provvisorio è “Mobbing Dick: tra i marosi dell’arroganza e dell’incompetenza”. Per altro ho appena finito una riunione con tutti i dipendenti per annunciare un importante progetto di sviluppo e ho toccato ancora una volta con mano le responsabilità di un capo in queste occasioni.
Riporto l’articolo de Il Sole e mi congratulo ancora con Celli.
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