Intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva, portata alla ribalta più di dieci anni fa dal best seller di Daniel Goleman, è la capacità di utilizzare efficacemente le emozioni, sia le proprie che quelle degli altri. Detta così è facile, ma veniamo da secoli di (dis) educazione che ci hanno insegnato come mostrare le proprie emozioni sia segno di debolezza e vulnerabilità. Invece ci accorgiamo ogni giorno, sia sul lavoro che nella vita privata, che tante tensioni e tante energie negative non nascono dal contenuto che ci scambiamo con gli altri, bensì dalle modalità relazionali. A volte una piccola osservazione fatta da Caio non ci colpisce nemmeno un istante, se invece viene da Tizio ci ferisce mortalmente. Oppure la stessa cosa in giorni diversi incide diversamente sul nostro umore.

L’intelligenza emotiva non sostituisce ma affianca quella razionale, cognitiva. Come tutte le cose, anche l’intelligenza emotiva si impara. Per questo ho deciso di intraprendere un percorso formativo che approfondisse questa competenza e mi portasse a diventare coach. Bè, dopo il counseling, anche il coaching? Sì, più si sa meglio è, e poi a me imparare intriga e mi diverte. Per altro è stata anche l’occasione di passare due giorni con il mio amico Alberto, con il quale ho frequentato la scuola triennale di counseling, a Milano, e con tante altre persone con le quali entrare in sintonia è stato facile.

E così per due giorni, dopo un pre work “on line”, abbiamo parlato di come comprendere le emozioni e riconoscere i sentieri emozionali, come utilizzare il pensiero sequenziale, navigare le emozioni, trovare la motivazione intrinseca ed esercitare l’ottimismo, far crescere l’empatia e perseguire obiettivi eccellenti, secondo il modello Six Seconds messo a punto tra gli altri da Peter Salovey, padre dell’intelligenza emotiva. Infatti, ci vogliono sei secondi per gestire la rabbia, sei per iniziare ad ascoltare e sei per fare la differenza. Il corso è stato tenuto con competenza e gradevolezza dal team di 6 Seconds Italia. C’è stata anche una piacevole e divertente cena sui colli bolognesi perchè ridere, bere e mangiare è molto intelligente!

La scorsa settimana, con i miei colleghi del Comitato di direzione, abbiamo fatto un interessante e piacevole laboratorio emozionale coordinato dalla straordinaria Maria Pia Gasco. Abbiamo toccato con mano le paure, le aspettative, i desideri che ognuno di noi ha di fronte ad un cambiamento fondamentale che riguarda la nostra azienda e quindi tutti noi. Abbiamo “messo in scena” la storia del nostro team direzionale, collocando in quel film anche il nuovo atto sul cambiamento: siamo sicuramente più attrezzati per iniziare un percorso duro ma anche sfidante e gratificante. Una volta era abbastanza usuale sentire dire: “I problemi personali devono restare fuori dall’azienda”: la speranza è che, pur mantenendo un forte orientamento al business, le persone siano rimesse al centro del lavoro ed il lavoro felice, da uno a mille si intende, non rimanga un sogno irrealizzabile.

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