Ho iniziato questo libro con una sensazione d’insofferenza e fastidio per le troppe “interruzioni” letterarie prese da tanti libri belli ma che, così spezzati, mi sembravano con poco senso.
Pian piano questa sensazione si è offuscata e ho potuto finalmente sentire cosa c’era dietro quelle parole, prevalentemente, se ho capito bene, scritte sul profilo Facebook (social al quale da anni non appartengo più). E ho partecipato, con abbastanza pudore, a una disfatta fisica che contrastava con un’energia diciamo psichica che mi ha colpito.
Dichiaro subito che non sono Severino e che non ho la forza di attraversare quel calvario. Lo so, bisogna poi esserci per verificare se sia vero o no, però adesso non mi ci vedo proprio ad attraversare tutto quel dolore e quelle cure che ti spossano anche solamente a leggerle.
Vorrei che leggessero questo libro i tanti che erigono barricate contro l’eutanasia. Forse imparerebbero che la scelta individuale è sacra. Severino della sua vita ha deciso così, ma mica tutti sono Severino, al quale comunque va un mio pensiero e un mio ringraziamento sincero per questa condivisione estrema.
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