Vade retro, Impresa – 1

Care e cari Naviganti, in questa ultima rubrica di Persone & Conoscenze torno sulla cultura a dir poco ostile verso le imprese.
Lo faccio prendendo spunto dal libro di un’importante filosofa, che non ho minimamente condiviso. In 3 articoli, questo è il primo, argomenterò le mie posizioni: non sono verità, ma oneste riflessioni sulle quali sono disposto a confrontarmi attraverso la mail lauro.venturi@gmail.com
Cliccate sull’immagine per leggere o scaricare il file e buona lettura! Lauro
PEC
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Come sempre, ecco i commenti:
1) Contributo di un giovane Ingegnere: “Ho avuto modo di leggere, e meditare, il suo ‘Vade retro,impresa!” sull’ultimo numero di Persone&Conoscenze.
Da ingegnere, con passione per gli studi di scienze sociali e filosofiche (un tempo si sarebbero dette ‘scienze dello spirito’), ho molto apprezzato i contenuti ed il tenore della sua critica (in senso nobile),condividendola.
Se una notazione mi fosse permessa, non sottovaluterei l’influenza sulla Marzano delle argomentazioni della Arendt (per intenderci,la Arendt di “Vita Activa”), autrice che,d’altra parte, la Marzano stessa ha indicato a più riprese come riferimento imprescindibile (ma mi fermo qui, conscio del valore dell’Interlocutore al quale mi sto rivolgendo).
La Marzano recupera dalla suggestione arendtiana l’idea di uno ‘spazio pubblico ‘,ormai compresso e stravolto, in cui gli individui non interpretano più il ruolo di cittadini attivi, ma semmai di ‘produttori economici’ e ‘consumatori’.
Questo concetto viene declinato in dimensione squisitamente aziendale ed é il management a venir indagato con queste categorie.
Eppure…basterebbe rileggere Weber per comprendere la sostanziale inaffidabilità di un tale tentativo (il Weber che indica la natura del ‘potere’ e del ‘carisma’).
Risultano altrimenti inspiegabili ‘fenomeni’ quali quelli di Jobs e della sua Mela…(proprio oggi l’edizione de- Il Foglio ripropone lo ‘speciale’ – magistrale- dedicato da Cerasa al fondatore della Apple…).
Mi colpisce questa Sua duplice veste: studioso/intellettuale ed alto Dirigente aziendale, il mix mi ricorda la peculiarità che appartenne alle ‘menti illuminate’ della nostra industria (rivolgo il mio pensiero alla figura di Olivetti).
Sono già ansioso di leggerne il seguito.Ancora cordiali saluti”.
A.R.

2) Contributo di un altro ingegnere (meno giovane 🙂 ), guarda caso sempre del settore Oil&Gas: “Carissimo Lauro, ti leggo sempre con piacere e questa volta mi permetto anche di interagire. Sai che ho lavorato 36 anni in quattro grosse multinazionali e un’idea al riguardo un po’ me la sono fatta. Sicuramente nel mondo del lavoro ci sono consulenti “importanti” che portano avanti idee innovative e permettono alle persone e alle aziende di evolvere, personalmente ho avuto il privilegio, tra gli altri, di essere in contatto più di 25 anni fa con la società Logonet di Fernando Flores, ex ministro di Allende, che con la sua proposta linguistico-cooperativa sintetizzata dal coordinator mi ha dato molto. Fortunatamente ho anche cooperato con altri consulenti “di livello” e posso assicurare che il loro contributo e’ notevole sia in ambito personale che aziendale. Purtroppo non è sempre così e spesso quello che dice la Marzano e’ verità. Più di venti anni fa un consulente “illuminato” in un incontro ci disse: “quando dei consulenti vi presentano un template alzatevi e uscite perché non hanno niente da insegnarvi”. Detto questo nei successivi venti anni non sai quante volte ho visto ripresentare i “template” con i soliti cinque pilastri diversamente declinati! Aveva ragione il primo consulente, da loro non ho imparato nulla! Erano veramente dei tuttologi che passavano da aziende alimentari all’energia, alla moda ecc… convinti che certi principi fossero invariabili, purtroppo non è così e i fattori critici di successo sono molto variabili e quasi mai evidenti. È anche vero che, tranne pochissime eccezioni, il modello culturale non interessa più le aziende. I quaderni organizzativi che uscivano dalla Olivetti o dalla Pirelli, il mecenatismo di tantissime aziende che finanziavano mostre e musei o anche pubblicazioni artistiche o culturali dove lo ritroviamo oggi? Solo nelle pochissime eccezioni di cui parlavo prima. Oggi la persona interessa in massima parte in quanto consuma e se sei un “vincente” o meno, e in quanto vincente massimo consumatore. Come diceva il filosofo Theodor Adorno della scuola di Francoforte, il degrado della nostra società si vede da come viene mal utilizzato il tempo libero con attività che non fanno crescere la persona, oltre che dal desiderio e consumo sempre maggiore di cose di cui non abbiamo bisogno. Per evitare rischi l’attuale società industriale tende ad azzerare il tempo libero con un impegno che assorbe completamente il tuo tempo, con una visione che annulla l’interagire sociale favorendo un individualismo assoluto. A presto Vulzio”

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