Questi racconti di Mario Rigoni Stern sono di una squisita semplicità.
Pare di essere con lui mentre segue le ormi di un lepre (non manca nessuna vocale) o il canto di un urogallo. Arrivano potenti ma non violenti i ricordi tristi del Lager e della dura vita dei suoi compaesani, siano essi boscaioli o cavatori di marmo, carbonai o uomini di malghe, emigranti o pastori.
La natura è dura ma mai cattiva, però. E sa il fatto suo, sempre. Come le api, dove anche la regina è una semplice parte dell’insieme, al pari dei fuchi e delle api operaie.
“Uomini, boschi e api” di Mario Rigoni Stern, Einaudi 1980
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