Sabato sera i miei nipotini, al ristorante, si sono concentrati sul fatto che a una trasmissione che io detesto, perché falsa, patetica e non rispettosa dei sentimenti, erano ospiti tre figuri che ho imparato essere protagonisti di una serie TV molto seguita.
Mi ha preso un po’ di scoramento, anche se so che sono un bambino e una ragazzina molto sensibili e intelligenti. Per fortuna la sera dopo, mentre nel camino sfrigolava allegra la legna, ho ascoltato prima Papa Francesco (nonostante non tifi per Fazio Fabio) e un bel servizio su RAI 1, “L’Italia che vorrei”, nel quale diversi imprenditori (15) hanno risposto a domande mirate in modo convincente.
Da queste due trasmissioni ne ho tratto l’idea che, nonostante tutto, ce la possiamo fare. Certo, la paura di Papa Francesco sulla tendenza autodistruttiva dell’essere umano incombe e rinforza il mio antico pensiero che non ci meritiamo questo mondo. Però non sono ancora sordo a un ragionevole ottimismo, nonostante i mie nipotini mi cadano sulla TV spazzatura.
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