Care e cari Naviganti,
come ormai sapete, “La vita dirà la sua” non è solamente il libro di un viaggio metaforico.
Utilizzando i miei diari, ho ripercorso i giri che in tanti anni ho fatto intorno al mondo.
Ho creato un video selezionando le foto e alcune frasi del libro coerenti con le immagini. Per ogni Paese ho inserito, come colonna sonora, musiche tradizionali del luogo.
In tempi di pandemia, viaggiare anche solo virtualmente insieme è un modo di condividere delle esperienze: a questo link potete iniziare il viaggio.
Buone feste e buona vita. Lauro
Mi farebbe piacere se vorrete condividere con i vostri contatti questo messaggio.
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È semplicemente vita!
“La vita dirà la sua” è un libro denso di emozioni e coraggioso in un modo che, a volte, fa persino un po’ male.
Edoardo è il padre di Tania, la protagonista che insegue le sue orme attraverso i diari che lui le ha lasciato
In quelle pagine, scritte tanti anni prima, si comprende che Edoardo ha molti strumenti per far fronte alle tematiche emotive, ma la sua decisione di separarsi acuisce comunque sensi di colpa a volte estremi.
E non gli basta sapere che anche una figlia cresciuta nella “quotidianità apparentemente più serena possibile” è comunque in balia di eventi ed esperienze extra familiari che possono trasformarlo e addolorarlo. Per quanto potenti, i genitori naturali non sono, per fortuna, le sole figure genitoriali.
Ma Edoardo, se non il perdono, vorrebbe almeno un po’ di comprensione dalla figlia, che invece non vuole e non può concedergliela. La ragione è semplice: Tania subisce una decisione decisa da altri, addirittura il male che sente viene da suo padre.
Poi, attraverso i diari, che rappresentano a tratti le sembianze di una lunga seduta psicoanalitica attraverso la scrittura, pian piano Tania si avvicina al babbo, ripercorrendo i luoghi del mondo nei quali era stato con la Tizia, persona nemmeno degna di un nome.
La durezza, forse inevitabile, di Tania, provocano un’indicibile sofferenza in Edoardo, perché c’è poco da fare: il dolore di una figlia diventa integralmente del padre, se lo carica sulle spalle, vorrebbe portarlo lui per renderle più lieve il cammino. E la fatica di vivere diventa doppia, soprattutto quando l’ipersensibilità sbriciola ogni protezione.
Anche se a fatica, ogni tanto Edoardo ammette che vorrebbe avere la capacità e la volontà di essere impermeabile alle difficoltà, alle insoddisfazioni, ai dolori di Tania. Vorrebbe non essere al corrente di ogni ostacolo che lei si trova davanti, né dover fronteggiare i suoi desideri assillanti come automobili costose o serate in discoteca molto dispendiose.
C’è uno iato quasi inspiegabile tra i successi che Edoardo, non senza fatica, ottiene nel lavoro e la sofferenza tagliente della vita privata. Forse non a caso tutto questo dolore porta alla fine dell’amore con la Tizia, che pur era stato nutriente e gioioso.
Edoardo ha un intenso e profondo rapporto con la natura e i suoi equilibri, tanto da indurre il lettore a sperare che per lui il futuro possa (debba?) scorrere su strade meno accidentate.
Perché ha davvero fatto non solo il possibile, ma anche di più, per riscattare la scelta di essersi separato: che comunque non è una colpa, è semplicemente vita! Una vita che si interrompe bruscamente, impendendo che, all’avanzare dell’età, le energie emotive e fisiche di Edoardo possano essere nutrite con esperienze belle, naturali, più lente, più dilatate e più lievi.
Forse, però, è solo quella conclusione che permette a Tania di partire per ritrovare il suo babbo!
Mara V.
Recensione ricevuta scritta a mano: meraviglioso. Grazie Mara!
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