Anche se oggi mi sono fatto una bella passeggiata, fresca e corroborante, l’autunno si avvia verso l’inverno.
Ma io non mi rassegno a mettere la sdraio nel ripostiglio perché, pur coperto, mi ci siedo ancora a guardare la campagna, a pensare o semplicemente a riposarmi e a far scorrere un po’ di tempo.
Guardate in una settimana come sono cambiate le foglie del melograno.
Le restrizioni per la pandemia, pur necessarie, non aiutano.
Mi viene in mente che ne “La vita dirà la sua” scrivo: “Il babbo si concedeva qualche camminata fin sul monte, dietro casa: “Come diceva Ingmar Bergam, <Ai demoni non piace l’aria fresca. Vorrebbero che restassi a letto con i piedi freddi>. Tante volte ci arrovelliamo in pensieri per lo più inutili, quando una bella passeggiata in mezzo alla natura ci rinfrescherebbe le idee, o quanto meno placherebbe i pensieri ripetitivi e bloccanti“, scriveva. Sapeva ancora fermarsi qualche minuto a guardare un arcobaleno che gli regalava i suoi colori e, quando trovava le prime viole, ne scriveva con gioia.
Adesso per le viole bisogna aspettare un po’ e anche i ciclamini se ne sono andati. Ma tirém inanz, con fiducia.
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